Niccolò Paganini (1782-1840), il celebre violinista e compositore genovese, nel suo testamento volle destinare alla sua città natale “onde sia perpetuamente conservato” il suo strumento prediletto, quello che per la pienezza del suono aveva soprannominato “il mio Cannone violino”.
Attorno al Cannone, e ad altri cimeli dell’artista che si sono aggiunti nel tempo, i Musei di Strada Nuova propongono un viaggio in tre sale dedicato alla figura del grande musicista. Grazie al nuovo allestimento realizzato nel 2021, il percorso offre soluzioni e tecnologie multimediali che arricchiscono l’esperienza di visita, immergendo il visitatore in un ambiente multisensoriale di grande impatto che facilita la conoscenza del grande musicista e della sua opera, con contenuti in italiano e in inglese.
La prima sala, Paganini e Genova, dominata da uno splendido ritratto del violinista, racconta gli aspetti più importanti della biografia di Paganini e la sua relazione con la città attraverso videoproiezioni e approfondimenti.
La seconda sala rivela un aspetto poco noto della carriera di Paganini che, oltre che uno straordinario violinista, era anche un eccellente chitarrista (Paganini ha anche composto musica per questo strumento): ecco quindi alcune chitarre che gli sono appartenute.
La terza sala consacra i due violini storici Cannone e Sivori e ne celebra la potenza e la pienezza del suono: gli apparati interattivi permettono di ascoltare il magnifico suono dei due violini, immersi nella musica e in un’atmosfera di grande suggestione. Il Cannone, costruito a Cremona nel 1743 dal liutaio Bartolomeo Giuseppe Guarneri (1698-1744), detto “del Gesù” per via della croce tracciata accanto alla firma da lui apposta negli strumenti musicali da lui realizzati, fu probabilmente donato a Paganini nel 1802, a Livorno, e divenne subito un eccezionale partner per i virtuosismi del musicista che, grazie anche alla straordinaria estensione delle dita della sua mano sinistra, sviluppò nuove tecniche violinistiche sfruttando al massimo le potenzialità di quello strumento.
Quando nel 1833 Paganini dovette farlo riparare dal liutaio parigino Jean-Baptiste Vuillaume (1798-1875), questi ne realizzò anche una copia che donò al musicista, il quale a sua volta, sette anni più tardi, ne fece omaggio al suo migliore allievo, il pur genovese Camillo Sivori (1815-1894) che, emulando il maestro, alla morte lo lasciò in eredità al Comune di Genova (anche questo è esposto nella stessa sala).
Il Cannone è comunque intatto nelle sue parti principale e la vernice è ancora quella originale tanto che, nella parte terminale della tavola armonica, reca il segno dell’uso da parte di Paganini poiché, come tutti i suoi contemporanei, egli suonava senza usare la mentoniera, cioè poggiando il mento direttamente sullo strumento.
Oltre che a valenti violinisti di fama, suonare il Cannone spetta al vincitore del Concorso Internazionale di violino “Premio Paganini”.
Insieme ai due violini citati, nella sala sono esposti uno dei leggii di Paganini, alcuni suoi autografi, una sua scacchiera con relative pedine, sue effigi e altri ricordi.
Info concorso: www.premiopaganini.it