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Martin pescatore spicca il volo tra gli iris
Utagawa, Hiroshige
stampa a colori
1842 - 1844 - XIX
S-0351
Unità di misura: cm; Altezza: 33.5; Larghezza: 11.4
carta giapponese- xilografia
Fiori d'Oriente Arte e Poesia, metafore simboli nella cultura artistica e letteraria del Giappone - Genova, Museo d'Arte Orientale E. Chiossone - 21 aprile 2011 - 30 ottobre 2011
Raffigurazioni kachōga (花鳥画), letteralmente “dipinti di fiori e uccelli”, sono sempre state molto in voga nella pittura giapponese. Le più antiche forme di kachōga che sono giunte fino a noi sono lacche e metalli databili a prima del periodo Kamakura (1192-1333), mentre per quanto riguarda i più antichi dipinti che trattano il tema “fiori e uccelli”; questi risalgono al periodo Muromachi (1338-1573) e sono dipinti a inchiostro monocromo da monaci zen. Le prime rappresentazioni policrome apparvero nel quindicesimo secolo, in particolare su paraventi in cui le decorazioni dei pannelli seguivano l’andamento delle stagioni. In questo periodo fuorno gli artisti della scuola Kanō (Kanōha狩野派) a introdurre la rivoluzione stilistica del genere, sintetizzando spennellate tipiche delle pitture ad inchiostro di derivazione cinese con i colori piatti e vividi e l’ampio uso dell’oro caratteristici invece della pittura yamato-e (大和絵). Prima di arrivare alle stampe ukiyo-e sono emersi due stili in periodo Edo: quello degli artisti Rinpa (琳派), concentrati su una resa più decorativa, e lo stile naturalistico degli artisti della scuola Maruyama Shijō (円山四条派). Tipicamente nei kachōga venivano ritratti uccelli migratori accostati ai fiori di stagione; le raffigurazioni vennero ben presto impreziosite da poesie in tema. Lungo un corso d'acqua, un martin pescatore prende il volo tra due fiori di iris giapponese. In alto a sinistra è trascritta una poesia "haikai" dedicata all'uccello: "Il martin pescatore si aggiusta le piume specchiandosi nell'acqua".