Riprendiamo il concetto di apertura a influssi artistici e culturali diversi. Nell’ambulacro del chiostro quadrangolare, al primo piano, è possibile ammirare una piccola lastra sepolcrale in marmo con inserto in argento. E’ la lapide dei fratelli Simonetta e Percivale Lercari, sepolti il 16 agosto del 1259. Quest’opera straordinaria, mista d’arti quali la scultura, la pittura e l’oreficeria, rimanda direttamente alla cultura artistica corrente nell’Île de France. Non a caso, la famiglia Lercari aveva stretti contatti con la corte francese, ed evidentemente pensò bene di importare queste novità artistiche, sia pure per una ben triste occasione. Peraltro nei primi decenni di questo secolo sono maestranze francesi che realizzano la facciata della cattedrale di San Lorenzo, a dimostrazione di un legame stretto con quella nazione, nella quale i genovesi erano estremamente attivi. Certamente il XIII secolo è un periodo molto vitale per Genova. Col trattato di Ninfeo del 1261, testimoniato dal Pallio di San Lorenzo (attualmente in restauro), prodigioso tessuto serico fra i più importanti conservati al mondo, la città viene in possesso di fondamentali privilegi commerciali presso l’Impero bizantino, acquisendo quell’ulteriore forza che le permetterà di sconfiggere la rivale nel Tirreno, Pisa, e di confrontarsi da pari a pari con Venezia. Dal 1292 la presenza di Manfredino da Pistoia, pittore aggiornato alle novità cimabuesche e giottesche, attesta ulteriormente la vitalità e l’apertura del milieu culturale genovese.