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Controangolo
Paolo Icaro (Torino, 1936)
Acciaio e lustrini, 58 x 58 x 164 cm
652
Maria Cernuschi Ghiringhelli 1990 Genova
Icaro, Paolo Torino 1936 -
Icaro evolve la sua ricerca in direzione concettuale e minimale, in cui l'arte si fa strumento di misurazione dell'uomo nello spazio e nel tempo. Nel 1968, a New York, realizza le prime Gabbie, strutture in profilato metallico, molto vicine all'opera Contrangolo, che creano spazio senza occuparlo, uno spazio altro definito dalla loro geometrie alla ricerca di un equilibrio tra interno e esterno. Questa riflessione rimane una costante della sua attività e viene riproposta, di ritorno dagli Stati Uniti. Dopo un secondo soggiorno negli Stati Uniti, inframmezzato da soggiorni mensili a Calice Ligure, Icaro incomincia ad utilizzare il gesso che diviene l’elemento più congeniale per la sua prassi artistica, grazie alla sua malleabilità e duttilità e alla capacità di mantenere nella materia l’impronta intatta dell’artista. Le ultime mostre di Icaro sono sotto il segno “non più solo dello spazio ma del dinamismo di una ricerca.
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652
58 58 164 cm
Italia
Acciaio e lustrini
Italia
Da un'iniziale partecipazione al movimento dell'Arte Povera, invitato dal curatore Germano Celant alla prima mostra del 1967 "Arte Povera Im-Spazio" tenutasi alla Galleria La Bertesca di Genova, Icaro evolve la sua ricerca in direzione concettuale e minimale, in cui l'arte si fa strumento di misurazione dell'uomo nello spazio e nel tempo.
Nel 1968, a New York, realizza le prime Gabbie, strutture in profilato metallico, molto vicine al Contrangolo conservato al museo, che creano spazio senza occuparlo, uno spazio altro definito dalla loro geometrie alla ricerca di un equilibrio tra interno e esterno. Questa riflessione rimane una costante della sua attività e viene riproposta, di ritorno dagli Stati Uniti, nella sua personale "Faredisfarerifarevedere" sempre ospitata a La Bertesca.
Dopo un secondo soggiorno negli Stati Uniti, inframmezzato da soggiorni mensili a Calice Ligure dove l’amico Emilio Scanavino viveva e aveva una piccola corte di artisti, Icaro incomincia ad utilizzare il gesso che diviene l’elemento più congeniale per la sua prassi artistica, grazie alla sua malleabilità e duttilità e alla capacità di mantenere nella materia l’impronta intatta dell’artista.
Le ultime mostre di Icaro sono sotto il segno “non più solo dello spazio ma del dinamismo di una ricerca”.