Nel corso del Settecento, lo sviluppo delle marinerie militari – Inghilterra, Francia e Olanda soprattutto, ma anche Spagna, Russia e Svezia - prosegue con forza. E’ un processo complesso, dove interviene, in tutti i settori, un significativo contributo di razionalizzazione, di organizzazione e dove si avvertono le conseguenze della ricerca scientifica.
In questo senso, il Settecento è un secolo cruciale: idrografia e navigazione assumono una notevole importanza rispetto al passato e segnano progressi sostanziali. Si pensi alla ricerca della longitudine, ad esempio, che trasforma completamente la scienza della navigazione, arrivando finalmente alla possibilità di identificare in maniera pressoché esatta il proprio punto nave a partire dall'osservazione delle stelle.
Il progresso scientifico è strettamente dipendente da quello tecnologico: vengono messi a punto congegni meccanici che permettono il funzionamento di strumentazioni nemmeno immaginabili nel secolo precedente. Il cronometro marino, l'ottante, i cannocchiali sono i prodotti di questa nuova stagione della marineria.
Questo processo riguarderà profondamente gli uomini che sono alla base dell'organizzazione marittima: i capitani e gli ufficiali di marina vengono chiamati - nell'ambito di una nuova disciplina collettiva, di cui sono il fulcro - a trasformarsi. Quelli che prima erano soprattutto "soldati", o "veterani di navigazione", devono diventare tecnici e scienziati, con ampie competenze in campi diversi. A partire dai navigatori inglesi (e si potrebbe dare, in questo senso, una chiave di lettura particolare a figure come Cook - l'esploratore - o come Bligh, il protagonista dell'ammunitamento del Bounty), questo cambiamento poi coinvolgerà tutti gli uomini di mare, genovesi compresi.