Livia

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Titolo dell'opera:

Ritratto di Augusta Giulio-Claudia c.d. Livia

Acquisizione:

Santo Varni 1888, Decreto 3-5 marzo 1 acquisto

Tipologia:

testa ritratto

Epoca:

I - 37 - 39

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 31

Tecnica:

marmo bianco- scultura

Ultimi prestiti:

Mostra di Arte Antica - Genova, Palazzo Bianco - 1892

Descrizione:

Il ritratto può rientrare per tipologia dell'acconciatura nel tipo "schlichten" di Antonia Maior; il ritratto potrebbe risalire al periodo 37-39 d.C. quando Antonia, come Augusta, ricevette particolari onori dal nipote Caligola; a questi anni riconduce anche la resa stilistica delle superfici e la lavorazione della capigliatura. Le fonti storiche raccontano che Livia andò in sposa al futuro primo imperatore di Roma a 18 anni, con un matrimonio e due figli alle spalle. Ebbe un ruolo importante nella vita politica di Augusto anche se alcuni autori antichi la accusano di aver ucciso tutti i discendenti e Augusto stesso. Rinvenuto nel secolo XIX negli scavi della città di Luni (forse dal foro), il ritratto proviene dalla vendita all'asta della collezione dello scultore Santo Varni, acquistato nel 1887/88 dal Comune di Genova. La testa, con un restauro ottocentesco, fu tagliata per meglio adattarla alla base moderna, ma, come per il così detto Caligola, doveva terminare a cono rovesciato per permetterne l'inserimento in una statua. Le caratteristiche di questa testa consistono in una forte idealizzazione del volto, sottolineata dalla leggera torsione della testa e da una certa mancanza di forti elementi fisionomici, resa più evidente dalla perdita del naso che, nel caso di Livia - noto per la forma aquilina - sarebbe stato determinante. Il volto in marmo bianco è triangolare, allargato alle tempie e sormontato da una pettinatura a scriminatura centrale con il diadema e la benda di lana bianca, segni di dignità sacerdotale e potere. Gli attributi, come diadema e infula, sono propri della ritrattistica di Livia, Antonia Minor, Agrippina Maior. È evidente che si è in presenza di un ritratto imperiale volutamente idealizzato. L'attribuzione a Livia si basa proprio sulla presenza del diadema e della benda di lana, riservati a sacerdoti e imperatori: Livia infatti, ottenne il titolo di Augusta e di sacerdotessa del Divo Augusto nel 14 d.C.

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Tomba 30 dalla Necropoli di Genova

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Titolo dell'opera:

Tomba 30 della Necropoli preromana di Genova

Acquisizione:

1899/01/05

Ambito culturale:

ambito etrusco-ligure

Tipologia:

tomba

Epoca:

V a.C. - 449 - 400

Tecnica:

bronzo

Ultimi prestiti:

I Liguri. Un antico popolo europeo tra Alpi e Mediterraneo. - Genova, Commenda di Pre - 2004

Descrizione:

Le tombe della necropoli sono state rinvenute nel tratto di via XX Settembre fra piazza De Ferrari e il Ponte Monumentale e precisamente sotto la via S. Defendente e sotto le fondamenta delle case dell'allora via Giulia e della chiesa di Nostra Signora del Rimedio. Non erano allineate bensì sparse senza ordine apparente. Le tombe erano costituite da pozzi circolari, profondi circa 2 mt. e chiusi a circa 2/3 dell'altezza da un lastrone di pietra sommariamente sbozzato. Nello spazio inferiore erano deposti il vaso cinerario e altri elementi del corredo; altri oggetti sono stati rinvenuti in alcune occasioni anche sopra la pietra di chiusura, ponendo il problema della contemporaneità della loro deposizione. Nel caso della t. 30 gli oggetti di corredo testimoniano l'ampiezza dei contatti di Genova, crocevia dei traffici tirrenici e delle vie terrestri verso la Pianura Padana: i preziosi complementi di abbigliamento della defunta, che non trovano riscontri nel costume funerario di Genova, ne denunciano l'origine da un ambiente golasecchiano, forse addirittura dal comasco. Questo corredo pare un efficace esempio della politica d strategie matrimoniali dispiegata dai centri della cultura di Golasecca nell'ambito di un sistema di alleanze mirate a rinsaldare gli accordi per l'attivazione degli itinerari commerciali che collegavano, in questo caso, la costa tirrenica con i territori padani e, tramite questi, con i ricchi mercati transalpini. La defunta, di alto rango sociale, si era integrata nella comunità ospitante, pur mantenendo elementi del costume propri alla sua zona di origine e venne sepolta seguendo il rituale in uso a Genova. Nel complesso il corredo sembra databile alla seconda metà/ ultimo quarto del V sec. a.C. La tomba 30 era chiusa da due pietre di copertura lunghe 1 metro e spesse, rispettivamente, 80 e 20 cm. Secondo le prime registrazioni il corredo, che appare sostanzialmente omogeneo, era composto da una Kelebe attica, ora perduta, una teglia di bronzo con ossa animali e una o più coppe andate disperse; il cratere conteneva, oltre alle ceneri, una ricca parure di gioielli, danneggiati dall'esposizione al fuoco della pira funebre.

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Collana in ambra

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Claudio

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Tipologia:

Scultura

Caligola

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Tipologia:

Scultura

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