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Culla verticale a sospensione
Collezione Missioni Cattoliche Americane 1893
culla verticale a sospensione
XIX - 1851 - 1900
C.A.469/2
Sud Dakota (U.S.A.)
Si realizzava una struttura lignea composta di due asticelle in legno o si utilizzava un'asse che permetteva alla culla di rimanere rigida. Come copertura si utilizzava una pelle di cervide conciata, tagliata e cucita a mano in modo da formare una sacca priva della parte inferiore. Sui due lembi della parte superiore erano fissati dei legacci in pelle che permettevano di chiuderla intorno al bambino. L'esterno era decorato con aculei di porcospino che venivano divisi a seconda della misura, ammorbiditi in bocca e, presso alcune tribù, spaccati; quindi erano appiattiti con i denti o con le unghie. In un periodo più tardo, in seguito al contatto e ai conseguenti scambi con gli europei, gli aculei vennero sostituiti con conterie di vetro a formare motivi geometrici simbolici o decorazioni a figure zoomorfe. Per la conciatura la pelle veniva tesa su dei pioli e con un raschiatoio si eliminavano residui di carne e cartilagini, quindi veniva lasciata stesa al sole ad asciugare per parecchi giorni. A questo punto la pelle veniva capovolta per rimuovere il pelo, tenuta a mollo e strofinata con una mistura di grassi animali per ammorbidirla. Dopo averla lasciata nuovamente asciugare, veniva stirata e lavorata sulle due facce con una correggia ritorta di cuoio grezzo.
Ludica, predisposizione alla vita adulta. Porta-bebè. La madre vi poneva il neonato dopo aver imbottito il fondo di muschio, sterco di bisonte o pelo di coniglio, che avevano funzione assorbente. La culla veniva appoggiata o appesa per permettere alla madre di lavorare, oppure trasportata sulla schiena e fissata tramite una fascia di pelle che cingeva trasversalmente il petto e le braccia. Dai tre ai cinque mesi fino al momento in cui il bambino/a non muoveva i primi passi.
Indiani d'America: Fiori e vita dalle collezioni del museo etnografico Castello D'Albertis - Genova, Museo d'arte orientale E. Chiossone, 1996
Mostra d'arte precolombiana e di etnologia americana - Genova, Castello D'Albertis, 1972-1977
Sacca in pelle di cervide foderata di tessuto fantasia su fondo crema. Decorata esternamente, a esclusione del fondo, da conterie in vetro bianco che ricoprono tutta la superficie, e da sfere blu, rosso, verde, giallo e azzurro disposte a formare figure geometriche e zoomorfe di alci e bisonti. I lembi sono bordati internamente da una doppia fascia di pizzo color crema. Lungo il bordo esterno sono fissati nove sonagli metallici e tre fili pendenti di conterie in metallo. Sui lembi si trovano due legacci in pelle per parte. Sul fondo, dalla parte su cui poggiava la testa del bambolotto, è cucita una pelle rettangolare decorata interamente su entrambe le facce con conterie bianche a fare da sfondo ad altre di colore rosso, giallo e blu che formano motivi geometrici e linee parallele. La madre poneva il neonato nella sacca dopo aver imbottito il fondo di muschio, sterco di bisonte o pelo di coniglio, che avevano funzione assorbente. La culla veniva appoggiata o appesa per permettere alla madre di lavorare, oppure trasportata sulla schiena e fissata tramite una fascia di pelle che cingeva trasversalmente il petto e le braccia.
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Cuffia Lakota
Collezione Missioni Cattoliche Americane 1893
cuffia
XIX - 1891 - 1900
C.A.356
Tipo di misura: lunghezza; Unità di misura: cm; Valore: 30; Varie: da fronte a nuca; Tipo di misura: larghezza; Unità di misura: cm; Valore: 18; Tipo di misura: lunghezza; Unità di misura: cm; Valore: 30
Sud Dakota
Gli aculei di porcospino venivano divisi a seconda della misura, ammorbiditi in bocca e, presso alcune tribù, spaccati; quindi erano appiattiti con i denti o con le unghie.
Protezione e ornamentale. Vita quotidiana.
Cuffia in pelle interamente decorata con aculei di porcospino a disegnare due teste di bisonte in giallo e viola, due figure ornitomorfe stilizzate in giallo e verde chiaro e quattordici triangoli scalari in verde-giallo e arancio-viola su fondo rosso. Il retro della calotta è decorato da quadrati concentrici fatti con aculei di porcospino rossi, viola, verdi e gialli. Tutto l'apparato decorativo è bordato da una fascia di aculei di porcospino viola e da una fascia in conterie di vetro gialle. La calotta è orlata da una striscia di tessuto bordeaux, con con cui sono realizzati i due nastri laterali usati per il fissaggio della cuffia sotto il mento ed è applicata anche alla veletta posteriore di cotone a quadri bianchi e azzurri. L'interno è foderato da tessuto a fantasia floreale rossa e blu su fondo crema. La cuffia non faceva parte del tradizionale abbigliamento indigeno; cominciò a essere realizzata su modello di quelle indossate dalle donne bianche. Il modello ricalcava quindi quello europeo ma la decorazione poteva essere realizzata con materiali tradizionali, come aculei di porcospino e conterie di vetro.
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Amuleto a forma di tartaruga
Collezione Missioni Cattoliche Americane 1893
amuleto
XIX - 1851 - 1900
C.A.454
Nord Dakota (U.S.A.)
Per realizzare questi amuleti si utilizzava una pelle di cervide conciata, che veniva tagliata a forma di lucertola per i maschi o di tartaruga per le femmine.
Per la conciatura la pelle veniva tesa su dei pioli e con un raschiatoio si eliminavano residui di carne e cartilagini, quindi veniva lasciata stesa al sole per parecchi giorni. A questo punto la pelle veniva capovolta per rimuovere il pelo, tenuta a mollo e strofinata con una mistura di grassi animali per ammorbidirla. Dopo averla lasciata nuovamente asciugare, veniva stirata e lavorata sulle due facce con una correggia ritorta di cuoio grezzo.
La parte inferiore e quella superiore dell'amuleto venivano cucite insieme sui bordi, e la superficie superiore era rivestita con aculei di porcospino. Gli aculei venivano divisi a seconda della misura, ammorbiditi in bocca e, presso alcune tribù, spaccati; quindi venivano appiattiti con i denti o con le unghie. In un periodo più tardo, in seguito al contatto e ai conseguenti scambi con gli europei, gli aculei furono sostituiti da conterie di vetro o di porcellana policrome. Le estremità degli arti, della testa e della coda erano generalmente decorate con piccoli coni metallici.
Contenere il cordone ombelicale del neonato per la sua protezione durante la vita. Appeso alla culla e successivamente fissato all'abito, accompagnava il proprietario fino alla morte. Subito dopo la nascita.
Indiani d'America: Fiori e vita dalle collezioni del Museo etnografico Castello D'Albertis - Genova/ Museo d'arte orientale E.Chiossone
Contenitore a forma di tartaruga con la superficie superiore rivestita da conterie di vetro in blu, celeste e rosso, disposte in modo tale da disegnarne il carapace. Alle estremità degli arti e della coda sono presenti coppie di coni metallici con all'interno ciuffi di fibra animale, forse crine di cavallo, tinti in verde. Un nastrino di tessuto fissato sotto la testa della tartaruga serviva per appenderla. Appeso alla culla e successivamente fissato all'abito, l'amuleto accompagnava il proprietario fino alla morte. L'amuleto era a forma di lucertola per i maschi e a forma di tartaruga per le femmine. In seguito al contatto e ai conseguenti scambi con gli europei, le decorazioni, originariamente realizzate con aculei di porcospino, vennero fatte con conterie di vetro o di porcellana policrome.
Sede:
Comune di Genova - Palazzo Tursi
Via Garibaldi 9 - 16124 Genova
C.F. / P.iva 00856930102