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Giuseppe Campani (Castel San Felice, 1635 - Roma, 1715)
Ebano intagliato, bronzo fuso, mostra in rame dipinto, 98 cm
Arredo
Salone piano terra (n. inv. M.G.L. 89)
La manifattura degli orologi notturni, oggetti molto rari e preziosi prodotti tra la fine del XVII secolo e i primi anni del Settecento, ha avuto tra i suoi iniziatori proprio la bottega di Giuseppe Campani che, insieme ai fratelli Matteo e Pier Tommaso, appassionati cultori di meccanica, ottica e astronomia, figura tra i protagonisti della cultura scientifica romana nella seconda metà del Seicento. L’invenzione dell’orologio notturno, portata avanti in un primo tempo da tutti e tre i fratelli e in seguito perfezionata da Giuseppe, si situa agli inizi del papato di Alessandro VII Chigi, e sembra sia dovuta proprio al desiderio del Pontefice, che soffriva spesso di insonnia, di disporre di un orologio silenzioso e che rendesse possibile la lettura delle ore durante la notte. Dotati di un meccanismo a pendolo con scappamento a manovella e solitamente provvisti di una lampada ad olio all’interno della cassa, questi orologi, destinati a grandi personaggi del tempo, erano in genere di forme monumentali, arricchiti da parti in bronzo fuso o cesellato e da raffigurazioni pittoriche sulla mostra, eseguite da celebri pittori. In questo caso, la figura di San Bruno in preghiera è stata attribuita alla mano di Giovanni Battista Gaulli detto il Baciccia (Genova 1639 – Roma 1709), grande pittore genovese che fu uno dei protagonisti del Barocco romano.