Aperture serali al Castello D'Albertis

Data: da 31/07/2020 a 18/09/2020

 

La storica dimora riapre al pubblico nei fine settimana, con la novità  dell'orario serale del venerdì, dalle 14 alle 22 e il sabato e la domenica dalle 11 alle 19. 

Ogni venerdì dalle 18 presso il Bonton Bistrot sarà possibile prenotare l’aperitivo, da gustare al tavolo oppure seduti liberamente nel parco rispettando le misure di sicurezza. Sabato e domenica, dalle 11 alle 19, è possibile prenotare la visita accompagnata per massimo 5 persone al costo di 6 € (comprensivo di ingresso e visita di 1h ca).

Saranno organizzati altri eventi virtuali e in presenzadal 17 luglio sarà presentato online lo splendido Kazaridana del Capitano d’Albertis, lo scaffale giapponese restaurato.

Su prenotazione, in duplice fruibilità, sia in presenza che in modalità telematica, si può partecipare al laboratorio ludico-didattico Virtu-Reale rivolto a ragazzi e ragazze della scuola secondaria di 1° grado Segni, disegni e strumenti per viaggiare con il Capitano D’Albertis.

Orari di apertura:
Museo: venerdì 14-22, sabato e domenica 11-19.
Caffetteria: mercoledì e giovedì dalle 10 alle 18, venerdì 10-22, sabato e domenica 10-19.
Parco: da martedì a giovedì dalle 10 alle 18, venerdì dalle 10 alle 22, sabato e domenica dalle 10 alle 19.

Biglietti:
Intero € 6
Ridotto € 4,50 (5-12 anni - >65 anni (cittadini UE) - convenzionati, disabili)
Gratuito (bambini 0-4 anni, accompagnatori disabili)

Info e prenotazione

castellodalbertis@solidarietaelavoro.it,
Telefono 010 2723820 (biglietteria museo, solo nelle giornate di apertura)

Gaetano Gallino "Giuseppe Garibaldi"

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Titolo dell'opera:

Giuseppe Garibaldi

Acquisizione:

Leone Carlini 1933 - acquisto

Autore:

Gallino, Gaetano

Tipologia:

dipinto

Epoca:

1848 - 1848 - XIX

Inventario:

17

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 73.3; Larghezza: 64

Tecnica:

olio su tela

Descrizione:

Gaetano Gallino, genovese ed esule mazziniano, conobbe Garibaldi nel 1841 in Uruguay, combatté sotto il suo comando nella Legione Italiana a Montevideo e nel 1848, alla notizia dei moti rivoluzionari, tornò con lui in Italia. Qui l'Eroe dei due mondi è ritratto con la leggendaria camicia rossa, che adottò per la prima volta nel 1843 per equipaggiare i volontari della Legione Italiana. Ritratto di Giuseppe Garibaldi in camicia rossa.

Bandiera dei Mille

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Titolo dell'opera:

Bandiera dei Mille

Acquisizione:

Carabinieri di Genova 15 febbario1861 Genova - donazione

Autore:

Ignoto

Tipologia:

bandiera

Epoca:

1859 - 1861 - XIX

Inventario:

27

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 140; Larghezza: 190

Tecnica:

seta ricamata

Descrizione:

Le patriote napoletane donarono la bandiera a Garibaldi nel settembre del 1860; a sua volta il Nizzardo la diede con cerimonia ufficiale a Caserta il 19 ottobre dello stesso anno al corpo dei Carabinieri genovesi, che il 15 febbraio 1861 la consegnarono al sindaco di Genova, marchese Gerolamo Gavotti (vedi nn. 833, 834). Alla cerimonia ufficiale, rappresentarono i Carabinieri genovesi Antonio Mosto, Stefano Canzio, Bartolomeo Savi, Giovanni Fontana e Luigi Malatesta. Negli anni successivi, per volere dello stesso Garibaldi, fu esposta solo in particolari cerimonie patriottiche, come nel caso dei funerali di Giuseppe Mazzini, svoltisi a Genova il 17 marzo 1872. Garibaldi fece spesso riferimento a questo stendardo come alla "bandiera dei Mille". Dal 1915 la bandiera, detta “dei Mille”, è custodita al Museo del Risorgimento. La bandiera tricolore è realizzata con ricami in oro; da una parte, nella fascia bianca, campeggia Garibaldi con una figura femminile, allegoria dell'Italia, che addita il leone di San Marco in catene e un'altra figura simbolica. Ai quattro angoli sono presenti medaglioni ornati di foglie di quercia e di alloro, con all'interno i nomi di città significative nell'epopea dei Mille: Milazzo, Palermo, Catania e Napoli. Il verso della bandiera ha al centro lo stemma dei Savoia, con l'iscrizione e agli angoli quattro medaglioni con il nome di altre località: Calatafimi, Caiazzo, Reggio, Capua.

Domenico Induno "Goffredo Mameli"

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Titolo dell'opera:

Goffredo Mameli

Acquisizione:

Domenico Cozzani 1959 - acquisto

Autore:

Induno, Domenico

Tipologia:

dipinto

Epoca:

1849 - 1849 - XIX

Inventario:

40

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 42; Larghezza: 34

Tecnica:

olio su tela

Descrizione:

Poeta, scrittore e soldato, l’autore delle parole dell’Inno nazionale italiano fu l’anima di tutte le manifestazioni in Genova che sin dal 1846 miravano ad ottenere riforme costituzionali; corse in aiuto dei milanesi insorti contro gli austriaci nel marzo 1848, partecipò alla prima guerra di indipendenza e morì a soli ventuno anni nel 1849, durante la difesa della Repubblica Romana assediata dai francesi. Ritratto in primo piano di tre quarti di Goffredo Mameli.

Goffredo Mameli "Il Canto degli Italiani"

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Titolo dell'opera:

Il canto degli italiani

Autore:

Mameli dei Mannelli, Goffredo - Novaro, Michele

Tipologia:

manoscritto

Epoca:

1847 - 1847 - XIX

Inventario:

A.I.M.G. 4-803

Tecnica:

inchiostro-carta

Descrizione:

Scritto nell’autunno del 1847 e musicato a Torino da Michele Novaro, è cantato per la prima volta in pubblico il 10 dicembre 1847 a Genova, durante la solenne processione a ricordo della rivolta del Balilla del 1746. Si diffonde immediatamente in ogni parte d’Italia, incarnando il sentimento nazionale unitario. È la prima stesura autografa dell’Inno nazionale italiano, contenuta all'interno di un quaderno personale del poeta.

Abbruciamento del Libro d’Oro

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Titolo dell'opera:

Abbruciamento del Libro d’Oro della nobiltà in piazza dell'acqua verde

Acquisizione:

A. Capurro 1921

Tipologia:

Incisione

Epoca:

1797/06/14 - 1797/06/14 - XVIII

Inventario:

I.M.G. St/3322

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 43.8; Larghezza: 21

Tecnica:

incisione su carta

Descrizione:

Sotto la spinta delle idee di libertà e uguaglianza della Francia rivoluzionaria portate dalle armate di Napoleone, a Genova una sommossa popolare segnò la fine del regime aristocratico e l’avvento della democratica Repubblica Ligure. In piazza dell’Acquaverde il 14 giugno 1797 i giacobini genovesi innalzarono l’albero della libertà e diedero fuoco al Libro D’Oro, dove erano iscritte le famiglie nobili.

Macchina inutile

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Titolo dell'opera:

Macchina inutile

Acquisizione:

Maria Cernuschi Ghiringhelli 1990

Autore:

Munari, Bruno

Tipologia:

installazione

Epoca:

1945 - 1945 - XX

Inventario:

716

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 140; Larghezza: 45

Tecnica:

alluminio anodizzato bianco e nero

Ultimi prestiti:

Astrattismo in Italia nella raccolta Cernuschi Ghiringhelli - 1985 - Villa Croce, Genova

Descrizione:

Bruno Munari è stato un grande sperimentatore, anche in direzione delle arti applicate. Incominciò a realizzare le prime “Macchine” dal 1933 e in quindici anni ne progettò 93, utilizzando tecniche derivate dalla produzione industriale di prodotti seriali. Le prime opere hanno titoli allusivi (“Macchine sensibili”, “Respiro di macchina”), che si trasformano poi ironicamente in “Macchine Inutili” a sottolineare la pura e unica funzione estetica slegata da qualsiasi funzionalità e efficienza.“Personalmente pensavo che sarebbe stato interessante liberare le forme astratte dalla staticità del dipinto e sospenderle in aria, collegate tra loro in modo che vivessero con noi nel nostro ambiente, sensibili alla atmosfera vera della realtà”.

Ben Vautier "Fluxus cannot save the world", 2002

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Titolo dell'opera:

Fluxus cannot save the world

Tipologia:

murale

Epoca:

2002 - 2002 - sec.XX

Inventario:

4084

Tecnica:

colori spray su muro

Ultimi prestiti:

The Fluxus Constellation - Museo di Villa Croce, Genova - 2002

Descrizione:

Ben Vautier è un artista di Fluxus, un movimento che vuole portare l’arte nella vita fino alla coincidenza totale delle due sfere. Hanno fatto parte di Fluxus artisti internazionali tra loro molto diversi, da Joseph Beuys a Daniel Spoerri, da Nam June Paik a Ben Patterson. Ben Vautier partendo dai Ready mades di Marcel Duchamp, si appropria del mondo che lo circonda, comprese le opere di altri artisti, del suo proprio corpo e di quello degli altri, attraverso la sua firma e la sua caratteristica grafia corsiva che invade e copre ogni cosa dissolvendo il confine tra arte e vita secondo quell’ottica Fluxus che lo contraddistingue. L’opera nelle collezioni è un intervento su muro realizzato al museo nel 2002 per festeggiare i 40 anni del movimento. Nella sala a lui riservata, l’artista aveva installato molte sue opere riservandosi di intervenire direttamente su una parete, con bombolette spray di colori fluo. Riassume la sua poetica Fluxus con ironia considerata suo marchio di fabbrica.

ARCHIVISSIMA - La notte degli Archivi

Data: da 05/06/2020 a 08/06/2020

 

In occasione di ARCHIVISSIMA - La notte degli Archivi, GLI ARCHIVI RACCONTANO...

L’ Archivio Storico del Comune di Genova e  i Servizi Educativi e Culturali Palazzo DucaleFondazione per la Cultura presentano: Palazzo Ducale e dintorni.

Dal manoscritto Inventione di Giulio Pallavicino di scriver tutte le cose accadute alli tempi suoi [...] Lo  spunto  per  raccontare  la  condizione  della  donna  nella  Genova  dei  Dogi,  nel  diario  scritto  da Giulio  Pallavicino  tra  il  1583  ed  il  1589;  il  patrizio  genovese  giorno  per  giorno  appunta  vicende istituzionali, fatti quotidiani, di cronaca e di costume, epidemie, matrimoni e feste, restituendo con grande vivacità uno spaccato della società del suo tempo, tra cui la condizione della donna.

Le donne, i cavalier, l’armi, gli amori, le cortesie, l’audaci imprese io canto .

Le  dame  e  le  nobildonne  genovesi  ritratte  da  Alessandro  Magnasco  nella  tela  settecentesca Trattenimento in un giardino d’Albaro, sono lo spunto per raccontare magnificenza e povertà del variegato universo femminile genovese in antico regime. Diretta Facebook alle ore 18.45 del 5 giugno.

Il Centro di Documentazione per la Storia, l’Arte e l’Immagine di Genova (DocSAI) presenta: Moda, mondanità e costume nella Genova della Belle Époque

La figura femminile tra fine '800 e inizio '900, dal fondo Pipein Gamba del Centro DocSAI, Genova Manifesti pubblicitari, inviti a sontuose feste danzanti, foto d’epoca di caffè alla moda e figurini con eccentrici vestiti sono gli elementi costitutivi di questo racconto per immagini che ci porta nella Genova del periodo Liberty.

Al sito  www.archivissima.it gli eventi organizzati da Archivio Storico del Comune di Genova e Servizi Educativi e Culturali Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura e Centro di Documentazione per la Storia, l’Arte e l’Immagine di Genova (DocSAI)

 

 

Sirotti e i Maestri

Indirizzo: Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce - Via Jacopo Ruffini, 3

Data: da 19/06/2020 a 20/09/2020

 

A causa della sospensione degli eventi  e della chiusura dei Musei fino al 17 maggio 2020, in ottemperanza al Dpcm 198 del 8 marzo 2020, la mostra è rinviata a data da destinarsi.

 

 

Sirotti e i Maestri.
A cura di Anna Orlando, con la collaborazione di Studio Sirotti e Francesca Serrati.

Museo d'Arte Contemporanea Villa Croce.
 

A quasi tre anni dalla scomparsa di Raimondo Sirotti (25 settembre 1934 – 1 maggio 2017) la città di Genova gli rende omaggio, con la prima grande retrospettiva sulla sua intera produzione, un evento espositivo articolato su due prestigiose sedi, Palazzo Ducale e Villa Croce, che copre un arco cronologico di circa sessant’anni, dall’immediato dopoguerra fino alle ultime tele.

Presente in moltissime mostre antologiche e protagonista di diverse personali in sedi anche istituzionali, non solo in Italia, di Sirotti viene studiata e proposta l’intera carriera, dagli esordi che vedono un importante momento formativo a Milano alla fine degli anni Cinquanta, fino al successo e ai numerosi incarichi pubblici a partire dagli anni Novanta.

Genova, che  ha visto Sirotti operare come artista, ma anche come docente e poi presidente dell’Accademia Ligustica di Belle Arti, è la città deputata ad accogliere questa importante mostra: a Palazzo Ducale, per il suo ruolo culturale baricentrico, e a Villa Croce, il Museo d’arte Contemporanea che conserva la più importante collezione di opere degli artisti liguri del XX secolo, nonché sede storicizzata e ampiamente riconosciuta per le più importanti mostre d’arte moderna e contemporanea a Genova.

Il progetto è diviso in due capitoli parimenti importanti e tra loro complementari.

A Villa Croce verrà indagato in modo totalmente inedito l’importante capitolo delle rivisitazioni dell’arte antica e del rapporto con i grandi maestri del passato, in primis del barocco genovese, ma anche con significativi esponenti del Novecento con cui, in modo più o meno esplicito, Sirotti si è confrontato. Alcune delle opere di confronto appartengono alla collezione permanente del museo, fornendo così una preziosa occasione di valorizzazione di un patrimonio civico.
L’incantevole sede di Villa Croce, che offre come valore aggiunto il suo rapporto stretto con il parco e il suo affaccio sul mare, come coronamento d’eccezione per il tema della natura costantemente al centro della ricerca di Sirotti, sarà letteralmente invasa dalle grandi e piccole variopinte, emozionanti e coinvolgenti tele di Sirotti.
È previsto il rapporto diretto con le opere da cui ha tratto ispirazione – dipinti di Valerio Castello, Anton Maria Vassallo, Giovanni Benedetto Castiglione – e la presenza di opere di forte impatto dimensionale come uno dei due grandi arazzi del Teatro Carlo Felice, ispirati a due dipinti del barocco genovese.

L’Accademia Ligustica di Belle Arti, nelle stesse date delle mostre di Palazzo Ducale e Villa Croce propone un evento espositivo dal titolo Uno, nessuno, centomila. Raimondo Sirotti, tra passato e presente, a cura di Giulio Sommariva, che intende richiamare la sua lunghissima attività di direttore e presidente della storica istituzione genovese, ma soprattutto di docente.

All’interno del progetto Sirotti 2020, il Museo Diocesano partecipa esponendo il ciclo della Via Crucis della parrocchiale di Bogliasco, opera eseguita da Sirotti come rivisitazione della Via Crucis del Tiepolo. L’evento espositivo è a cura di Grazia Di Natale e Paola Martini.

Il catalogo, curato da Matteo Fochessati e Anna Orlando è edito da Sagep.

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