Pagine d’amore o la lettura (1907)

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Al caffè

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Al ponte di Rialto (1886)

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Musica in famiglia (1883)

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Autunno (1904)

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Tipologia:

Dipinto

Antonio Fontanesi "Il mattino"

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Titolo dell'opera:

Il mattino

Acquisizione:

Luigi Frugone 1953 Genova - legato

Autore:

Fontanesi, Antonio

Tipologia:

dipinto

Epoca:

1855 - 1855 - XIX

Inventario:

GAM1539

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 60.3; Larghezza: 91.7

Tecnica:

olio su tela

Descrizione:

Proveniente dalla collezione di Luigi Frugone che nel 1925, per ottenerla, cedette quadri di altri artisti, l’opera propone un soggetto ricorrente nel repertorio dell’artista: una figura isolata in un contesto paesaggistico di cui è tuttavia elemento centrale. C’è una perfetta corrispondenza di emozioni e sentimenti tra la figura della contadina e l’ambiente naturale circostante, che rimanda a varie esperienze pittoriche di altri celebri pittori come Costantin Troyon, Camille Corot e Charles Daubigny, apprezzate da Fontanesi durante i soggiorni parigini per visitare l’Esposizione Universale del 1855.
La cornice, assai elaborata, venne commissionata e fatta realizzare a Siena da Ferruccio Stefani, mercante d’arte di fiducia del collezionista genovese. Tela raffigurante un paesaggio campestre, firmata in basso a destra "A. Fontanesi".

Donna con edera

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Telemaco Signorini "Vegetazione ligure a Riomaggiore"

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Titolo dell'opera:

Vegetazione ligure a Riomaggiore

Acquisizione:

Luigi Frugone 1953 Genova - legato

Tipologia:

dipinto

Epoca:

1892 - 1899 - XIX

Inventario:

GAM 1577

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 58; Larghezza: 90

Tecnica:

olio su tela

Descrizione:

Pittore, critico e polemista, Signorini, figlio di un ottimo pittore vedutista fiorentino, fu tra i grandi animatori del gruppo dei Macchiaioli, riunitosi a Firenze al caffè Michelangelo, a partire dal 1855 aveva intrapreso una rivoluzione in campo pittorico contro la cultura accademica. Il suo entusiasmo sperimentale lo portò a viaggiare a Venezia e poi nel Levante ligure, dove ritornerà anche negli anni maturi, attratto dall’intensità della luce estiva riflessa e amplificata dal mare.
Questo luminoso paesaggio, esposto alla Biennale di Venezia nel 1897 e per molto tempo erroneamente identificato come un "Paesaggio all’Elba", testimonia la frequente presenza del pittore nella riviera ligure, con soggiorni estivi alle Cinque Terre tra il 1892 e il 1899. La composizione del quadro è costruita su una diagonale a partire dal muretto a secco, in primo piano nell’angolo inferiore destro, che delimita un frondoso albero di fico, da cui, attraverso una successione di piani degradanti, si arriva fino all’angolo superiore opposto, aperto sullo scorcio del mare e del cielo. La pennellata, in primo piano più sfatta “a macchia” fino a definirsi nello scalare verso l’orizzonte, e il colore esaltano la luminosità e la solarità di questo suggestivo contesto ambientale.

Pattuglia di cavalleggeri (1885-1890)

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Giovanni Fattori "Buoi in riva all’Arno"

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Titolo dell'opera:

Buoi in riva all'Arno

Acquisizione:

Lazzaro G.B. Frugone 1935 Genova - legato

Tipologia:

dipinto

Epoca:

1870 - 1875 - XIX

Inventario:

GPB 766

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 105; Larghezza: 44

Tecnica:

olio su tela

Descrizione:

Restituito agli anni 1870-1875 dallo studioso Andrea Baboni nel catalogo generale delle Raccolte Frugone (2004), questo capolavoro di Giovanni Fattori, figura di spicco del gruppo dei Macchiaioli, entra nella collezione dell'imprenditore genovese Gio. Batta Lazzaro Frugone (Genova, 1860-1935) dopo il 1929, quando l'opera era ancora documentata nella Raccolta Vallecchi, dopo essere stata, fino al 1928, nella proprietà di Mario Galli, noto collezionista di opere fattoriane. Nel 1921 fu esposto alla Prima Biennale Romana e registrato come appartenente al cavalier Attilio Materazzi.
Fattori dedica al paesaggio fluviale toscano, e in particolare a uno scorcio dell'Arno e delle sue sponde, forse nella zona tra Bellariva e l'Indiano, una visione dall'immobilità solenne ed emozionata, che trova eco nella tela "L'Arno a Bellariva", oggi in una collezione privata livornese. Il colore di entrambe, dalle numerose sfumature di verdi, di grigi e violetti, di bianchi impastati di una luce vibrante, si dispone, come tessere in un mosaico e spesso ben delimitato dal segno di contorno sovrapposto alla tinta, a comporre le vedute. L'opera arricchisce il dipinto delle Raccolte Frugone e ne ribadisce la silenziosa immanenza spaziale, il bianco castone del gruppo di buoi e il carro coi blocchi di marmo al centro della tela, esaltati e arginati dallo spumoso fondale di verzura sulla destra e dalle coordinate orizzontali delle rive. Altro elemento distintivo, nel dipinto del museo genovese, è la presenza di una figura di contadino concepita dal pittore toscano come un insieme di poche macchie cromatiche incastrate nel gonfio ventre di un bove, a significare l'azzeramento gerarchico nell'iconografia fattoriana a favore dell'essenza di una natura restituita nella perfetta sintesi di luce e colore. La tela raffigura un paesaggio toscano, con sullo sfondo il fiume Arno, la vegetazione e i monti. In primo piano un gruppo di buoi è accompagnato al pascolo da un contadino.

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