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Titolo dell'opera:

Cortigiana in piedi che legge una lettera

Autore:

Kubo, Shunman

Tipologia:

dipinto

Epoca:

1784 - 1784 - XVIII

Inventario:

P-0235

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 81.4; Larghezza: 33.1; Varie: Altezza montatura: 159 cm
Larghezza montatura: 42 cm

Tecnica:

inchiostro e colori su seta

Ultimi prestiti:

La Rinascita della Pittura Giapponese. Vent'anni di restauri al Museo Chiossone di Genova - Genova, Museo d'Arte Orientale Edoardo Chiossone - 28/02 - 29/06 2014

Descrizione:

Nel quartiere dei piaceri di Yoshiwara vigeva un complesso galateo che, nel regolare e formalizzare i rapporti tra cortigiana e cliente, esigeva che dopo ogni incontro i due si scambiassero lettere appassionate, riconfermando e rinsaldando il loro legame. Le immagini di yūjo intente a scrivere, aprire e leggere lettere d'amore rappresentavano una grande lusinga per il narcisismo maschile: si può pensare che questo dipinto di Shunman e uno con stesso tema di Shinsai siano stati commissionati dai danna, gli amanti fissi delle cortigiane. Questo importante fenomeno socio-culturale, estetico e figurativo del "culto della cortigiana" pervase gli ambienti intellettuali e letterari ukiyoe di Edo durante gli anni ottanta del XVIII secolo, esprimendo una forte idealizzazione delle donne di piacere, della loro sapienza letteraria e poetica, delle loro raffinate doti di cultura e umanesimo. Dipinto con montatura originale sujiwari hyōgu in carta shikegami color grigio chiaro con bordini violetti; jikusho in legno e lacca rossa. L'opera raffigura una cortigiana stante rappresentata di tre quarti. La donna è intenta a leggere una lunga missiva amorosa che tiene aperta, srotolata tra le mani. Ha i capelli sciolti ed indossa un soprabito decorato con un albero di susino in fiore, formante un ricco strascico arrontondato alla base della figura. La veste è decorata con onde a embrice stilizzate. L'obi, legato in un nodo lasco e rigonfio con le due falde pendenti sul davanti, è adorno di un disegno di spezzoni sparsi con tre "scaglie di tartaruga".

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Titolo dell'opera:

Le Sette Divinità della Fortuna

Ambito culturale:

ambito giapponese

Autore:

Torii, Kiyonaga - Utagawa, Kunisada - Utagawa, Toyoharu - Utagawa, Toyokuni - Katsushika, Hokusai - Utagawa, Toyohiro - Katsukawa, Shun'ei

Tipologia:

dipinto

Epoca:

1810 - 1813 - XIX

Inventario:

P-0207

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 67.6; Larghezza: 81.6; Varie: Altezza montatura: 182 cm
Larghezza montatura: 93.8 cm

Tecnica:

inchiostro, colori e oro su seta

Ultimi prestiti:

La Rinascita della Pittura Giapponese. Vent'anni di restauri al Museo Chiossone di Genova - Genova, Museo d'Arte Orientale Edoardo Chiossone - 28/02 - 29/06 2014

Descrizione:

Le Sette Divinità della Fortuna (Shichifukujin) sono divinità portatrici di felicità, buona sorte, amore, bellezza, longevità, coraggio, saggezza, prosperità e ricchezza, e comprende figure originarie di diverse regioni dell'Asia (Cina, India, Giappone) e riconducibili a diverse religioni (Buddhismo, Taoismo e Shintō). Il gruppo è costituito da sei figure maschili e una femminile, formatosi nel periodo Muromachi, ma il loro culto si diffuse e divenne molto popolare presso il ceto urbano degli artigiani e dei mercanti durante il periodo Edo. Secondo la credenza, i Shichifukujin viaggiano sulla "barca dei tesori" (takarabune) e arrivano in Giappone la mattina di Shōgatsu, il primo giorno dell'anno, recando favorevoli auspici per l'abbondanza dei raccolti e la ricchezza (Daikokuten), il nutrimento quotidiano (Ebisu), la lunga vita (Fukurokuju), la felicità e la buona sorte (Hotei), la saggezza (Jurōjin), il coraggio (Bishamonten), l'amore, la bellezza e il talento canoro (Benzaiten). A motivo di queste capacità propiziatrici, l'icona augurale dei Shichifukujin veniva esposta a Capodanno nel tokonoma, nella stanza del tatami. Oltre a rappresentare un'importante caso in seno alla storia della pittura ukiyoe, il dipinto documenta le strette relazioni dei quattro maggiori esponenti della Scuola Utagawa. Dipinto con montatura originale sandan hyōgu in seta: ichimonji in kinran a fondo blu intenso con disegni di girali con foglie e germogli di loto; chūberi in kinran fondo avorio con disegni shōchikubai di bambù, pino e fiori di susino; jōge in donsu monocromo blu scuro con disegni di fiori; jikushu in porcellana di Kutani con smalti rosso e oro sopra coperta. L'opera raffigura i Shichifukujin, le Sette Divinità della Fortuna e riunisce l'opera di sette pittori: Utagawa Toyoharu (1735-1814), Utagawa Toyokuni (1769-1825), Utagawa Toyohiro (1773-1828), Utagawa Kunisada (1786-1864), Torii Kiyonaga (1752-1815), Katsushika Hokusai (1760-1849), Katsukawa Shun'ei (1762-1819). A questi si aggiunsero i fratelli Santō Kyōden (1761-1816) e Santō Kyōzan (1769-1858). Ognuno degli artisti coinvolti nell'impresa dipinse le figure e i dettagli che troviamo in quest'opera: in particolare ciascuno di loro prese come soggetto una delle figure divine in funzione alle caratteristiche dell'artista, apportando a fianco la firma. Utagawa Toyoharu realizzò Jurojin al centro della composizione con un gomito appoggiato a una balla di riso mentre guarda in direzione di Daikokuten. Utagawa Toyokuni, allievo del precedente, realizzò Daikokuten secondo la classica iconografia con il copricapo maruzukin, il mazzuolo e il grande sacco di ricchezze mentre la dea Benzaiten, con in mano lo strumento musicale biwa, e un piccolo torii (il portale del santuario Shinto) come diadema è stata dipinta da Utagawa Kunisada. Bishamonten, dipinto da Torii Kiyonaga, è reso con la usuale armatura mentre brandisce una lancia. Fukurokuju, opera di Katsukawa Shun'ei, è riconoscibile dalla testa oblunga mentre sta seduto in disparte, quasi oscurato dal grande Hotei che, panciuto e sorridente, venne raffigurato da Katsushika Hokusai. Infine, Ebisu venne ritratto da Toyohiro Utagawa mentre ride soddisfatto con i gomiti appoggiati a una cesta contenente un grande dentice rosso. La poesia presente sull’opera è invece composta e firmata Santō Kyōden e calligrafata e firmata da Santō Kyōzan.

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Titolo dell'opera:

Giovinetta che esegue la danza del cavallo di primavera

Autore:

Katsukawa, Shunshō

Tipologia:

dipinto

Epoca:

1782 - 1783 - XVIII

Inventario:

P-0193

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 99.8; Larghezza: 33; Varie: Altezza montatura: 179.2 cm
Larghezza montatura: 44.1 cm

Tecnica:

inchiostro, colori e oro su seta

Ultimi prestiti:

La Rinascita della Pittura Giapponese. Vent'anni di restauri al Museo Chiossone di Genova - Genova, Museo d'Arte Orientale Edoardo Chiossone - 28/02 - 29/06 2014

Descrizione:

Originaria dell'isola di Sado (odierna Prefettura di Niigata) dove viene ancor oggi eseguita, la harugoma è una danza cerimoniale che in passato si teneva ovunque in Giappone all'inizio della primavera a Shōgatsu, il primo mese del calendario lunare, per propiziare le sorti dell'annata. Gli interpreti erano kadozukegeijin, saltimbanchi girovaghi che andavano di casa in casa e, dopo aver pronunciato una formula augurale, cantavano e danzavano davanti all'ingresso principale, talora indossando un costume con maschera a protome equina, o recando un bastone con una piccola scultura in cima raffigurante una testa di cavallo munita di briglie. Questa danza passò dal repertorio degli spettacoli ambulanti a quello del teatro Kabuki, dove cominciò a essere eseguita durante il periodo Genroku (1688-1704). Il novembre del 1782 fu il momento culminante della popolarità teatrale dell'harugoma, con la prima rappresentazione dello spettacolo "Mutsumashi tsuki no tetori", che richiamò un pubblico foltissimo anche a Yoshiwara e che, in ragione del suo successo, fu probabilmente replicato fino all'anno seguente. Queste circostanze ci inducono a pensare che Shunshō abbia dipinto l'opera in concomitanza con la popolarità della danza harugoma tra il 1782 e il 1783. Dipinto con montatura nuova Yamato hyōgu in seta: ichimonji e fūtai in hiraori bianco ricamato in seta policroma e oro con girali e fiori; chūberi in donsu bicromo nocciola e verde con motivo a saetta; jōge color avorio; jikushu in legno e lacca bruno-rossiccia semilucida. L'opera raffigura una giovane donna intenta a eseguire la harugoma, una danza cerimoniale che in passato si teneva all'inizio della primavera a Shōgatsu. La figura è disposta di tre quarti e si solleva in equilibrio sulla punta del piede sinistro, piegando all'indietro la gamba destra. La ragazza volge la testa per guardare il bastone, cimato da una piccola scultura a protome equina, che regge nella mano destra. Con la sinistra, invece, manovra le briglie scarlatte che si è passata dietro al collo. La giovane indossa un kimono a grandi righe sbieche celesti e grigie, con corolle di ciliegio fluttuanti. Le lunghe maniche sono guarnite ai polsi da nastri grigi, rossi e verdi. Un fazzoletto marrone le copre il capo ed è annodato sotto il mento. L'abito è chiuso da un obi di velluto nero ricamato a spirali verdi infiorettate d'oro e amaranto. Sul lato sinistro del dipinto spunta il tronco di un susino, con rami punteggiati di boccioli e qualche fiore aperto.

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Titolo dell'opera:

Veduta prospettica di Honchō-dōri a Yokohama

Autore:

Utagawa, Kuniyoshi

Tipologia:

stampa a colori

Epoca:

1860 - 1860 - XIX

Inventario:

S-1703

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 37; Larghezza: 35.6

Tecnica:

carta giapponese- xilografia

Ultimi prestiti:

Dipinti e stampe del Mondo Fluttuante. Capolavori Ukiyoe del Museo Chiossone di Genova - Genova, Palazzo Ducale - 16 aprile – 21 agosto 2005

Descrizione:

Dopo la caduta dello shogunato e la riapertura del Giappone al resto del mondo, durante il Periodo Meiji, si assistette alla presenza folta e crescente di residenti stranieri nel paese; ciò trasformò in pochi anni il mercato e i costumi alimentari di Yokohama, divenuto un vero e proprio quartiere “occidentale” del Giappone, (in quanto il suo porto era uno dei principali approdi in cui sbarcavano le navi straniere). Stampa composita in tre fogli che raffigura, in uno scorcio diagonale, un momento molto precoce dello sviluppo di Honchō-dōri, la più importante arteria commerciale di Yokohama. La strada è fiancheggiata da botteghe, magazzini e grandi negozi. Sul selciato transitano carrettieri e passanti in prevalenza giapponesi. Pochi sono i cinesi e gli occidentali. Sulla linea dell'orizzonte si scorgono le alberature di alcuni vascelli e le vele di numerose barche dirette verso la terraferma. Il grande negozio d'angolo a sinistra è la sede della ditta Mitsui.

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Titolo dell'opera:

Principessa in gita a Gotenyama per ammirare i ciliegi in fiore

Autore:

Kitagawa, Utamaro

Tipologia:

stampa a colori

Epoca:

1806 - 1806 - XIX

Inventario:

S-1154

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 37.2; Larghezza: 76.9

Tecnica:

carta giapponese- xilografia

Ultimi prestiti:

Dipinti e stampe del Mondo Fluttuante. Capolavori Ukiyoe del Museo Chiossone di Genova - Genova, Palazzo Ducale - 16 aprile – 21 agosto 2005

Descrizione:

Si tratta dell’ultimo trittico di Utamaro, che morì pochi mesi dopo la produzione di questa stampa, nel settembre 1806. Stampa composita in tre fogli raffigurante una giovane fanciulla aristocratica o una principessa (hime) che, scortata da un nutrito gruppo di ancelle, è appena giunta a Gotenyama "la collina del palazzo". La nobildonna sta uscendo dalla portantina deposta al centro di una radura con ciliegi in fiore, oltre la quale si gode la vista del mare cosparso di vele e barche. La giovane principessa indossa un ricchissimo kimono decorato con motivi a fiori di ciliegio e la sua acconciatura è ornata con pettine, spilloni, fiorellini bianchi e un fiocco rosso. Una dama tiene sollevato lo sportellino della portantina, mentre dietro di essa un'altra sembra riparare gli occhi dalla luce del sole. Nella stampa sinistra sono raffigurate tre donne, una delle quali è accucciata sull’erba e porge gli zori alla sua signora. Un’altra è pronta ad aprire il parasole per ripararla, e la terza tiene sollevato l’orlo della veste e fa segno alla sua compagna a terra. Nella sezione di destra invece, una bimba stringe a sé un realistico bambolotto. Accanto a lei una dama sostiene una scatola avvolta da un tessuto viola, forse contenente il necessario per la passeggiata, e affianco un’altra ancella osserva la scena. Le vesti dell’entourage, più semplici rispetto a quelle della nobile ma eleganti e degne della servitù di una famiglia molto importante, sono tutte di colori e combinazioni scelti in accordo con la stagione, come la combinazione yuri (“giglio”: rosso e arancione), nadeshiko (“garofano a pennacchio”: rosso e viola), shōbu (“iris giapponese”: rosa e verde), e i motivi che li abbelliscono sono di rosa, vite, foglie di acero e foglie di bambù.

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Titolo dell'opera:

Cinque cortigiane della casa di piacere Ōgiya realizzano composizioni di fiori per le Cinque Feste dell'anno

Autore:

Kitagawa, Utamaro

Tipologia:

stampa a colori

Epoca:

1794 - 1794 - XVIII

Inventario:

S-1149

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 38.1; Larghezza: 125.7

Tecnica:

carta giapponese- xilografia

Ultimi prestiti:

Dipinti e stampe del Mondo Fluttuante. Capolavori Ukiyoe del Museo Chiossone di Genova - Genova, Palazzo Ducale - 16 aprile – 21 agosto 2005

Descrizione:

Il termine "gosekku" indica le cinque festività più importanti del calendario giapponese che sono celebrate soprattutto ai cambi di stagione: - Jinjitsu (festa delle sette erbe), 7 gennaio; - Hinamatsuri (festa delle bambole o festa delle bambine), 3 marzo; - Kodomo no hi (festa dei bambini), 5 maggio; - Tanabata (settima notte), 7 luglio; - Kiku no sekku (giorno dei crisantemi), 9 settembre La casa del piacere di Omagaki Ogiya fu la committente di questo pentattico che ritrae cinque cortigiane di alto rango in un interno, intente a opreparare ciascuna una composizione di fiori simboleggiante le Gosekku, le "Cinque feste dell'anno". La raffigurazione simbolica implica che la casa Ogiya è in grado di soddisfare gusti e preferenze in tutte le stagioni, offrendo ai clienti la compagnia di donne eleganti e raffinate come le loro composizioni. L'efficacia pubblicitaria di questo pentattico dovette essere ottima, dal momento che altri due editori ne stamparono altre versioni.

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Titolo dell'opera:

Il ristorante della casa di piacere Chōjiya nel Nuovo Yoshiwara

Autore:

Torii, Kiyonaga

Tipologia:

stampa a colori

Epoca:

1788 - 1789 - XVIII

Inventario:

S-0081

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 31.9; Larghezza: 43.8

Tecnica:

carta giapponese- xilografia

Ultimi prestiti:

Tabemono no Bi. Bellezza gusto immagine dei cibi giapponesi - Genova, Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone - 31 ottobre 2015 – 11 settembre 2016

Descrizione:

La stampa raffigura una veduta dell'interno della sala del ristorante al piano terreno della Chōjiya, una delle case di piacere più rinomate di Yoshiwara. In primo piano, a sinistra, dietro un basso paravento a due ante, siede un gruppo formato da tre clienti e sei professioniste del divertimento: la conversazione sembra iniziata da poco e la prima portata è stata appena recata da un inserviente, che si ritira prostrandosi a terra. A destra diversi lavoranti di cucina sono intenti a nettare verdure, governare fornelli, sciacquare pesci e pestare riso per tortine mochi, mentre il capocuoco, visto di spalle, si appresta ad affettare un grosso pesce deposto sul tagliere. Una grande catasta di barilotti di sake è addossata alla parete destra e, sul fondo, si vede la tenda dell'ingresso con l'emblema della casa. A sinistra, in secondo piano, alcune cortigiane indugiano nello stanzone dal quale si diparte la scala che sale al piano superiore. Tutt'intorno al perimetro si affacciano salette e stanze con le pareti scorrevoli dischiuse, una delle quali è attrezzata a deposito di vassoi e vasellame da tavola.

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Titolo dell'opera:

Provincia di Shimotsuke, Monte Nikkō, Cascate di Urami, dalla serie I luoghi celebri delle sessanta Province

Autore:

Utagawa, Hiroshige

Tipologia:

stampa a colori

Epoca:

1853 - 1853 - XIX

Inventario:

S-2446

Tecnica:

stampa a colori su carta

Descrizione:

Nikkō, città situata fra i monti della prefettura di Tochigi nella regione del Kantō, a nord di Tōkyō, costellata di famosi santuari, nei dintorni della città si trovano sorgenti termali e un parco naturale, il parco nazionale di Nikkō, con cascate e splendidi scenari montuosi. Anche le montagne intorno alla città sono considerate sacre, forse per la loro particolare bellezza. Stampa policroma con veduta dell'antica provincia di Shimotsuke, con il Monte Nikkō e le Cascate di Urami. Il volume della cascata di Urami è reso mediante le sfumature del bokashi. La verticalità del formato e l’audace doppia prospettiva, dall’alto e frontale, conferiscono maestosità alla cascata. La curiosità di questo luogo aspro e scosceso è che il salto della massa d’acqua è talmente significativo da consentire ai viandanti di passarvi sotto e di guardare la cascata da dietro.

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Titolo dell'opera:

Il grande tempio di Iwaya, pellegrini si recano all’esposizione della dea Benzaiten a Enoshima nella provincia di Sagami

Autore:

Utagawa, Hiroshige

Tipologia:

stampa a colori

Epoca:

1851 - 1851 - XIX

Inventario:

S-1678

Tecnica:

stampa a colori su carta

Descrizione:

Il santuario Benzaiten sull'isola di Enoshima, vicino a Kamakura, era un popolare luogo di pellegrinaggio da Edo. La statua della divinità veniva esposta una volta ogni sei anni. Fantastica illustrazione di pellegrini che visitano il santuario principale Iwaya a Enoshima nella provincia di Sagami per vedere l'esposizione della dea Benzaiten. Gli Iwaya sono grotte erose nell'isola da migliaia di anni di maree, fiancheggiate da piccoli santuari. Gruppi di donne e ragazze, alcune vestite con kimono coordinati e con ombrelli, camminano lungo la costa rocciosa, dirigendosi verso l'ingresso della grotta. In basso al centro, un ragazzino si arrampica sulla riva dopo aver fatto un tuffo in acqua. A destra, alcune donne fanno un picnic e pescano su un isolotto. La massiccia formazione rocciosa domina la composizione, sormontata da erba e pini, offrendo un punto di vista interessante e insolito piuttosto che concentrarsi sull'ingresso della grotta stessa. Onde spumeggianti di bianco si infrangono lungo la riva e barche punteggiano l'oceano, con il monte Fuji che si erge in lontananza a sinistra.

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Titolo dell'opera:

L'attore Ichikawa Danjūrō VII nella parte di Kan Shōjō; dalla serie "Ōatari kyōgen no uchi"

Autore:

Utagawa, Kunisada

Tipologia:

stampa a colori

Epoca:

1814 - 1815 - XIX

Inventario:

S-1394

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 37.8; Larghezza: 25.1

Tecnica:

carta giapponese- xilografia

Ultimi prestiti:

Capolavori d'Arte Giapponese dal Periodo Edo alla Modernizzazione - Genova, Museo d'Arte Orientale E. Chiossone - 25 luglio 2001 - 16 giugno 2002

Descrizione:

La serie "Ōatari kyōgen no uchi", pubblicata dall'editore Kawaguchiya Uhei in tiratura limitata, venne stampata impiegando materiali costosi come mica, pigmenti di eccellente qualità e ottima carta. Caratteristiche comuni a tutte le stampe della serie sono il fondo di mica chiaro e il disegno inusuale degli occhi. Ichikawa Danjūrō VII (1791-1859) è qui ritratto nei panni del poeta di corte e politico Sugawara no Michizane (845-903, Kan Shōjō nella rappresentazione). Il dramma "Sekai no hana Sugawara denju", messo in scena dalla compagnia Ichimura nel 1814, narra infatti le sfortunate vicende del letterato, qui raffigurato nel momento in cui si trasforma in un Dio del tuono ripensando furente alle ingiustizie della sua vita. La figura appare pervasa da una forte emozione: dal corpo sfuggono fiamme, la chioma è ritta, le mani sono intrecciate in un moto d'ira e gli occhi sembrano schizzare fuori dalle orbite. Il ramo di susino tenuto tra i denti è un riferimento al "susino volate" (tobi ume), l'albero che al momento della partenza di Kan Shōjō si sdradicò dal giardino di casa e, volando, ne seguì il peregrinare fino a trapiantarsi nel luogo del suo esilio.

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