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Cofano
Enrico Alberto d'Albertis 1932 Genova
1701 - 1900
CDA 2473
Unità di misura: cm
Altezza: 30
Larghezza: 48
Profondità: 30
Turchia
Il cofanetto rientra in un tipo di produzione assai diffusa in ambito ottomano tra XVII e XIX secolo. Una decorazione analoga, sia per l’impianto del disegno, ispirato a modelli geometrici di gusto islamico, sia per l’utilizzo di madreperla e tartaruga alternati, caratterizzava anche i piccoli tavoli da scrittura turchi, come l’esemplare seicentesco del British Museum (inv. 1991, 0717.2). Esistono numerosi cofanetti assai simili a quello in oggetto, per la maggior parte datati al XVIII secolo, come, ad esempio, un pezzo del Museo Benaki (inv. ΓΕ 34044) proveniente dall’Asia Minore e usato anche come contenitore di ostie per la Messa. Vari cofanetti dello stesso genere sono diffusi sul mercato antiquario; tra questi si può citare un pezzo passato da Christie’s in un’asta presso la Galerie Gismondi di Parigi del 12 marzo 2024, che si differenzia dall’opera del Castello solo per l’assenza dei piedini, che però, anche in considerazione della loro forma molto diversa rispetto a quella dei sostegni presenti sugli altri cofani, potrebbero essere frutto di un’aggiunta posteriore. Il cofanetto, a sezione rettangolare e con coperchio troncopiramidale, poggia su quattro piedini a cipolla. Le superfici esterne, ripartire in scomparti quadrangolari da sottili cornici lignee, sono interamente rivestite da tessere in madreperla e in tartaruga, alternate tra loro, di forma triangolare o romboidale, con le quali sono realizzate composizioni geometriche ben diversificate in ognuno degli scomparti. Sul fronte è fissata una serratura in metallo con bocchetta romboidale.