La cultura delle Pianure è un’invenzione romanzata, tesa ad esaltare al meglio il valore di questi popoli indomabili, e per ultimo una finzione hollywoodiana. Lo stereotipo del tipi (= la tenda conica), del cacciatore di bisonti, dell’indiano adornato di penne rimarrà a lungo nell’immaginario collettivo: specie da noi dove si è assunta per veritiera la pseudo-cultura eurocinematografica.
Definita altresì “nomadismo erratico”, la cultura degli Indiani delle Pianure può limitarsi a 160 anni: tra il 1730 e il 1890.
Prima d’allora le nazioni, distinte l’una dall’altra per lingua, religione e costumi, vivevano nelle regioni comprese all’interno delle coste atlantiche, lungo i grandi fiumi Mississippi ed Ohio ed attorno ai Grandi Laghi.
Erano popoli prevalentemente agricoli con una dieta al 70% vegetale e al 30% costituita da carni. Nei mesi estivi, rapide e temporanee escursioni ai limiti delle praterie davano la possibilità di rifornirsi di proteine animali che macellavano ed essiccavano sul luogo. Questa carne essiccata veniva poi trasportata nei villaggi stabili a spalla o con l’aiuto di slitte (travois) trainate da cani.